PIACENZA

“La distanza dai centri abitati ha bloccato la vendita diretta”

Claudio Ferri

CORTE BRUGNATELLA (Piacenza) – Non è facile raggiungere Fossoli, località Appenninica nel comune di Corte Brugnatella, in alta Val Trebbia. Dal capoluogo piacentino serve un’oretta d’auto per raggiungere ‘La Rocchetta’, l’azienda agricola condotta da Silvia Lupi, giovane agricoltrice che ha scelto di dare seguito alla attività di famiglia. Silvia, assieme al fratello Daniele, è alla 4a generazione di imprenditori che in quell’area, non molto distante dai confini con la Liguria e a 870 metri di altitudine, coltivano e allevano suini e bovini da carne.

La superficie aziendale che Silvia conduce è di 170 ettari di cui 50 sono coltivati, mentre la rimanente parte è boschiva. “Siamo agricoltori biologici – spiega l’imprenditrice – e buona parte dei cereali e dei foraggi servono per il bestiame. Alleviamo annualmente una trentina di capi bovini da carne e in media 50 capi suini allo stato semibrado anche se questi – precisa –, non hanno la certificazione bio. Sono prevalentemente ibridi, soggetti molto rustici che ben si adattano alla forma di allevamento”. Il punto di forza dell’azienda sono i salumi ottenuti dalla macellazione di circa 25 soggetti all’anno, una tradizione norcina che si tramanda da 4 generazioni. “Abbiamo un laboratorio attrezzato per la lavorazione delle carni e la preparazione dei salumi – spiega Silvia – e produciamo salame , coppa , pancetta, cotechino, salamella e lardo. La lavorazione è stagionale ed i prodotti ‘freschi’ li abbiamo da ottobre ad aprile poiché non abbiamo celle frigorifere: non facciamo forzature”.

Il calo delle vendite in periodo di Covid si è fatto sentire, un po’ per la distanza che divide l’azienda dai centri abitati, ma anche per la diminuita capacità di spesa dei consumatori “che non vedono nel salume un consumo essenziale”, osserva Silvia.

“Inoltre, l’ubicazione della nostra azienda ci ha limitato nelle consegne a domicilio, anche se la richiesta non mancava – prosegue – per cui abbiamo rallentato un po’ la produzione. Tuttavia i nostri clienti hanno prenotato i nostri prodotti stagionati e li verranno a prendere quando sarà possibile”. Due anni fa Silvia e il fratello hanno dato vita ad un ramo di azienda che si occupa dell’allevamento di bovini di razza romagnola dove, a tutt’oggi, si contano 40 esemplari. L’azienda è biologica per quel che riguarda la produzione di cereali e foraggi, nonché l’allevamento dei bovini, e l’obiettivo è raggiungere l’autosufficienza delle materie prime necessarie per l’alimentazione del bestiame.

“Ci siamo quasi – dice Silvia – anche se alcuni quantitativi di granaglie li acquistiamo per poi produrre le razioni alimentari in azienda”.

La serrata dovuta all’emergenza sanitaria ha fatto riflettere sulle strategie da adottare per il futuro. “Sicuramente riuscire a recapitare il prodotto ai consumatori rientra nelle nostre priorità – precisa – e dovremo trovare una soluzione per rendere veloci le consegne a domicilio, specialmente quando trattiamo i prodotti freschi. Inoltre, abbiamo tante richieste di persone che vorrebbero soggiornare in questi luoghi appetibili, anche dal punto di vista naturalistico, perciò stiamo valutando l’idea di avviare un agriturismo”.

La Val Trebbia non è indenne dalle incursioni degli animali selvatici nei campi: “danni da cinghiale e capriolo ci sono  – lamenta – per cui seminiamo e dobbiamo recintare immediatamente, anche se le protezioni richiedono tanta manutenzione. Animali come l’istrice, che pochi anni fa non c’erano, ora sono diventati invasivi e danneggiano i campi di patate che dobbiamo tutelare con reti da pollame a maglie strette: purtroppo in montagna c’è un elevato frazionamento dei fondi e diventa complicato proteggere tutto quanto. C’è una presenza dei lupi importante, ma per ora si sono accaniti sulla fauna selvatica. Tuteliamo il bestiame specialmente nel periodo dei parti – conclude Silvia – che, se avvengono all’aperto, mettono in pericolo i vitelli, ed è per questo che cerchiamo di fare partorire in stalla le bovine”.

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