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Imu: soddisfazione di Cia e Anp per l’esenzione degli agricoltori pensionati “attivi”

Finalmente gli agricoltori pensionati che continuano a lavorare e rimangono iscritti alla previdenza agricola, non dovranno più pagare l’Imu. È grande la soddisfazione di Cia-Agricoltori Italiani Imola e Anp (Associazione Nazionale Pensionati), per aver vinto una battaglia non solo fiscale ma anche etica, che le due associazioni combattevano da molti anni e che si è risolta positivamente grazie alla conversione in legge del Decreto Agosto.

L’articolo 78-bis, infatti, stabilisce che anche l’agricoltore pensionato non è tenuto a pagare l’Imu sui terreni, in quanto mantiene lo status di coltivatore diretto o imprenditore agricolo professionale, a condizione che continui a svolgere l’attività agricola e sia iscritto nella previdenza. Inoltre è stata riconosciuta l’efficacia retroattiva, quindi l’azienda potrà richiedere la restituzione dell’Imu versata nei 5 anni precedenti. Questa norma mette fine al lungo contenzioso tra il Mef (Ministero dell’Economia e delle Finanze) che aveva esentato la categoria dal corrispondere l’imposta e l’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) che esortava, invece, i Comuni a richiedere il pagamento della tassa.

Cia-Agricoltori Italiani Imola e Anp – spiega il presidentessa dei pensionati imolesi, Marta Brunori – hanno scelto fin da subito di seguire le indicazioni del Mef e di non far pagare l’Imu ai pensionati ancora “attivi”. Per una ratio molto semplice: se un agricoltore in pensione produce, paga le tasse e tutti gli oneri previdenziali, la sua attività è professionale e non differisce da quella di un agricoltore non in pensione. Quindi non è giusto che quest’ultimo sia esonerato dal pagamento dell’Imu e il pensionato no. La norma del Decreto Agosto è una boccata d’ossigeno, perché i Comuni andavano in ordine sparso: alcuni richiedevano il pagamento, altri erano in attesa che arrivasse una norma a risolvere il contenzioso tributario, altri ancora avevano scelto di aderire alle indicazioni del Ministero. Finisce un’ingiustizia e anche chi è stato costretto a pagare potrà richiedere indietro i versamenti degli ultimi cinque anni. Gli agricoltori pensionati – conclude il presidente Anp – sono spesso costretti a continuare a lavorare, perché le pensioni agricole sono al limite della sussistenza, con una media di 450/500 euro al mese. Da molti anni – conclude la Brunori – lottiamo perché i nostri assegni pensionistici, siano equiparati alla media europea, di circa 650 euro. Una grande battaglia economica e sociale che speriamo di vincere, come quella dell’Imu, per dare maggiore dignità a chi ha speso un’intera vita per produrre beni essenziali alla sopravvivenza e al benessere della collettività”.

 

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