ROMAGNA

COMUNICATI STAMPA ROMAGNA

Primo Maggio, l’agricoltura in piazza a Santarcangelo di Romagna

L’agricoltura torna in piazza il Primo Maggio per il lavoro, l’ambiente e la pace. Cia Romagna promuove il tradizionale appuntamento a Santarcangelo di Romagna, dove mercoledì dalle 9.30 alle 17 gli agricoltori saranno protagonisti con i loro prodotti, i veicoli, musica, giochi per i più piccoli e ciambella e vino per tutti.

Per Cia Romagna l’evento clementino è un appuntamento annuale importante per ricordare il valore del Primo Maggio, del lavoro e in particolare del lavoro agricolo. L’obiettivo è favorire il contatto e la conoscenza tra chi produce e chi consuma, perché ci sia sempre maggiore sensibilità delle reciproche esigenze.

Mercoledì la giornata inizia in piazza Gramsci con il ritrovo dei partecipanti e dei mezzi agricoli. Alle 10.30 il corteo degli agricoltori sui loro trattori: veicoli storici e giganti di ultima generazione che non mancano di affascinare ogni anno adulti e bambini.

Alle 11 in piazza Ganganelli il momento dei saluti istituzionali. Interverranno Danilo Misirocchi, presidente di Cia Romagna, Matteo Bartolini, vicepresidente Cia Nazionale e vicepresidente del gruppo Pac del Copa-Cogeca, Lorenzo Falcioni, vicepresidente vicario di Cia Romagna, e i rappresentanti del Comune di Santarcangelo. 

Già dalla mattina piazza Ganganelli sarà la cornice della festa con la musica del duo Emisurela, il ludobus Scombussolo e il mercatino degli agricoltori locali con i sapori della nostra terra. Alle 13 tutti a pranzo insieme nelle tavolate in piazza con la ligaza.

Cia e la proposta di legge per dare più valore all’agricoltura

Nel corso della Conferenza organizzativa è stata presentata al Ministro Lollobrigida. Focus anche su fauna selvatica, accesso al credito e Pac. Momento importante anche per parlare dei servizi alla persona di Cia. Presenti per Cia Romagna, il direttore Alessia Buccheri, la responsabile dei Servizi alla Persona di Cia Romagna Miriam Bergamo e il presidente Danilo Misirocchi.

Accrescere il peso economico e la forza negoziale dell’agricoltura all’interno della filiera; redistribuire equamente il valore aggiunto tra tutti gli attori, intervenendo contro le pratiche commerciali sleali e per una maggiore trasparenza nella formazione dei prezzi; valorizzare i percorsi di alleanza tra agricoltori e consumatori, sui quali ricade gran parte della crisi tra costi di produzione alle stelle e caro inflazione. Sono questi i tre pilastri della proposta di legge messa a punto da Cia-Agricoltori Italiani e annunciata alla Conferenza organizzativa della Confederazione svoltasi a Roma, alla presenza del ministro Francesco Lollobrigida.

“Il testo su cui stiamo lavorando da mesiha dichiarato il presidente di Cia nazionale, Cristiano Finiè pronto a sbarcare in Parlamento e rappresenta quel passaggio cruciale e urgente per riportare l’agricoltura al centro. Vogliamo salvaguardare il mondo agricolo con una legge ad hoc. Il settore merita il riconoscimento definitivo del proprio valore nella catena agroalimentare attraverso prezzi più stabili e redditi dignitosi”.

Per un’agricoltura capace di superare il perdurare dell’impasse emergenziale, da Cia al ministro Lollobrigida non solo la proposta di una legge che sarebbe strategica alla tenuta del settore, ma anche il richiamo a questioni dirimenti che stanno imbrigliando il comparto. In primis, e da troppo tempo, la gestione della fauna selvatica: serve affidare il coordinamento, per il controllo della popolazione dei cinghiali, al Comando Unità per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare dei Carabinieri; dotare di specifiche professionalità gli Uffici di pianificazione faunistico-venatoria della Pa; superare il regime de minimis per gli indennizzi; rafforzare l’autodifesa degli agricoltori, partendo dallo snellimento delle pratiche burocratiche, come ricercare la densità ottimale della specie lupo.

Fuori classifica, poi, il nodo liquidità. Cia chiede l’utilizzo immediato delle risorse finanziarie per il sostegno al credito, a partire da quelle della legge di Bilancio; la creazione di un Fondo Nazionale per l’abbattimento degli interessi dei finanziamenti a medio-lungo termine; il potenziamento del Fondo di Garanzia Pubblica e una moratoria a livello comunitario per i debiti contratti dagli agricoltori.

Il contributo di Cia alla revisione della Pac passa, invece, per gli interventi che l’Europa dovrebbe concretizzare già nel breve periodo. Non solo con la semplificazione delle procedure di approvazione di eventuali modifiche dei Piani strategici nazionali, consentendo maggiore autonomia agli Stati membri, ma anche assicurando più flessibilità sull’applicazione delle regole di condizionalità, senza prevedere sanzioni in caso di inottemperanza. Bisogna aggiornare e facilitare gli eco-schemi; rendere le Ocm meno rigide per facilitare la spesa; alzare le percentuali sugli aiuti accoppiati per sostenere gli agricoltori in caso di crisi. Inoltre, occorre aggiornare e potenziare il budget destinato alla gestione del rischio e prendere in considerazione le proposte presentate da tempo da Cia per redigere un piano assicurativo nazionale. Tale Piano deve permettere alle aziende – pesantemente e sempre più ripetutamente colpite da emergenze meteoclimatiche devastanti – di assicurarsi dalle calamità.

“Per l’agricoltura non c’è più tempo da perdereha concluso Fini – Dobbiamo continuare a lavorare per dare speranza e futuro al settore”. Che è speranza e futuro per i territori e le comunità, che è tenuta sociale, ambientale ed economica.

Gestione del rischio danni in agricoltura: gli imprenditori agricoli devono poter assicurare le proprie aziende e nei tempi giusti

La difesa del lavoro non si fa a suon di deroghe alla Legge 102

Nella serata di approfondimento organizzata da Cia Romagna insieme al Condifesa Ravenna e al Condifesa Romagna, sono stati esaminati gli strumenti a cui gli agricoltori possono accedere per la gestione del rischio: difesa attiva, la spigolosa questione della difesa passiva (assicurazioni) e Agricat.

La serata, seguita da oltre 130 partecipanti in presenza e in collegamento, si inserisce nell’impegno di Cia di tenere alta l’attenzione su questo tema per lavorare sin da ora anche per il 2025, perché non si ripeta la situazione del 2024, che sancirebbe la fine del sistema assicurativo per le imprese agricole.

I relatori erano:  Stefano Francia, presidente Cia Emilia-Romagna, vicepresidente Asnacodi e presidente del Condifesa Ravenna; Manuel Quattrini, vicedirettore Cia Emilia-Romagna e consigliere Caa Cia nazionale; Claudio Bartolini, vicepresidente Condifesa Romagna; Fabio Pesci, direttore Condifesa Ravenna. Ha Introdotto e presieduto i lavori Danilo Misirocchi, presidente Cia Romagna.

“Il tema della gestione del rischio in agricoltura è in continua evoluzione con molte problematiche aperte e diverse incertezzeha affermato Danilo Misirocchi, presidente di Cia RomagnaQueste riguardano in particolare la difesa passiva, cioè la possibilità da parte delle aziende agricole di potersi assicurare. I recenti cambiamenti di indirizzo sul tema da parte del Ministero rendono ancora più complessa la situazione”.

Le compagnie assicurative nelle ultime campagne – con il verificarsi di sempre più eventi climatici estremi – hanno registrato prevalentemente risultati negativi; c’è stato un considerevole aumento delle tariffe assicurative e una diminuzione della capacità di copertura da parte delle compagnie stesse e una loro disaffezione a questo settore.

In tutto questo ci sono gli agricoltori che sulla campagna 2022 hanno ricevuto solo il 40% del contributo sull’assicurazione agevolata anziché il 70% e nulla è stato erogato per la campagna 2023.

Ad oggi, marzo 2024, non si sa come si chiuderanno queste due campagne (le modifiche sono avvenute dopo gli accordi) e non si sa ancora quali siano i parametri per il 2024 in corso: lo spettro di possibili prossime gelate – considerando anche l’andamento climatico con un inverno che non c’è stato – crea altra incertezza e tanta preoccupazione agli agricoltori.

Le azioni che Cia sta portando avanti sono volte alla valorizzazione dello strumento della difesa passiva attraverso le polizze assicurative e non con le deroghe alla “Legge 102” e si batte perché i tempi delle discussioni fra le partisul “piano di gestione dei rischi agricoli” siano allineati ai tempi dell’agricoltura e per avere gli accordi sulle polizze a gennaio.  Cia e i Condifesa presenti alla serata convergono sulla necessità di ridare fiducia a un sistema che pur con tutte le difficoltà può dare risposte alle aziende agricole pesantemente e sempre più ripetutamente colpite dalle calamità.

Stefano Francia – presidente Cia Emilia-Romagna, vicepresidente Asnacodi e presidente del Condifesa Ravenna – ha sottolineato che a settembre 2023 la bozza del piano di gestione dei rischi c’era ma il Ministero (Masaf) in gennaio ne ha chiesto un nuovo. La Conferenza Sato-Regioni dovrebbe riunirsi i questi giorni. Anche su Agricat è stata fatta marcia indietro: “La nuova decisione del Ministero di far intervenire Agricat sul primo rischio e non sul secondo fa sì che le compagnie assicurative non diminuiscano la propria esposizione al rischio catastrofale e, pertanto, i capitali a disposizione saranno molto limitati”, ha concluso Misirocchi.

L’attenzione di Cia è anche sugli strumenti di difesa attiva, come dimostra un importante risultato riferito al bando per la prevenzione danni da gelate concluso a ottobre 2023 per il quale, con la battaglia politico-sindacale di Cia, le risorse complessive inizialmente di circa 1 milione di euro sono arrivate a oltre 11 milioni di euro per finanziare tutte le domande presentate e ritenute ammissibili.

Rispetto per gli agricoltori

Il Milleproroghe ha previsto alcuni interventi per il settore agricolo, ma Cia continuerà a lavorare pensando a strategie anche per il medio e lungo periodo. Qui vengono presentate le proposte di Cia in Italia e in Europa per gestire non solo l’emergenza.

Natale nostrano a Rimini con i produttori di Cia Romagna

Il farmer’s market del venerdì a Rimini festeggia il Natale insieme ai produttori agricoli del territorio e ai cittadini. Venerdì 22 dicembre, in occasione del settimanale appuntamento, il mercato agricolo accanto al parcheggio Tiberio nel borgo San Giuliano invita ad un brindisi e alla degustazione di prodotti tipici, succhi, vini e preparazioni dolci, tutti direttamente dal coltivatore al consumatore.

Dalle 11.30 saranno presenti, insieme ai produttori e ai rappresentanti delle istituzioni, anche il presidente di Cia Romagna Danilo Misirocchi, il vicepresidente Lorenzo Falcioni e i funzionari Cia locali.

Il mercato agricolo del venerdì nel borgo San Giuliano è frutto della collaborazione fra organizzazioni agricole, associazioni di consumatori e Comune di Rimini. Da settembre 2022 ha trovato la sua collocazione definitiva accanto al parcheggio Tiberio, ne cuore del centro storico e facilmente accessibile. Ogni venerdì dalle 7 alle 14 il farmer’s market ospita una ventina di banchi in cui i consumatori trovano i migliori prodotti delle diverse stagioni dell’anno, ortaggi, frutta, prodotti biologici, formaggi, salumi, olio, vino, miele e confetture, Un’esperienza di successo e un’opportunità importante per gli agricoltori di Rimini e provincia, che al mercato vendono direttamente i loro prodotti nel segno della filiera corta, la territorialità e la tipicità ‘vicino a casa’.

Presentata l’Annata Agraria 2023 della Romagna

L’anno del paradosso: settori e produzioni compromessi, flessione delle imprese agricole superiore a quella del 2022. Urgente “ricostruire il futuro dell’agricoltura romagnola”

“Ricostruiamo il futuro dell’agricoltura romagnola”: questo il tema dell’edizione 2023 dell’Annata Agraria di Cia-Agricoltori Italiani Romagna, presentata il 24 novembre a Bagnacavallo nel corso dell’annuale convegno che si è svolto a Bagnacavallo, al Teatro “Goldoni”. La fotografia dell’andamento complessivo del comparto agricolo è stata illustrata dal direttore di Cia Romagna Alessia Buccheri e dal responsabile del servizio tecnico fondiario e credito di Cia Romagna Marco Paolini.  

Da anni l’agricoltura sta vivendo una fase drammatica e il 2023, nell’ultimo decennio, è stato addirittura paradossale: da un lato l’anomalia delle piogge (con le disastrose alluvioni di maggio in pianura e frane in collina) e gelate primaverili e, dall’altro, siccità e temperature sopra le medie prolungate nel tempo. Alle crisi climatiche e fitosanitarie si aggiungono l’inflazione, gli alti costi di produzione, le tensioni internazionali. 

Le aziende cercano di resistere, ma senza sostegni e interventi specifici dalle istituzioni vengono a mancare prospettive di futuro con conseguenze non circoscritte al settore primario. I danni registrati nel 2023 si protrarranno nel tempo per molti anni e considerando che la sola Romagna produce il 30% della frutta e della verdura italiane le ripercussioni sono su tutta la filiera. 

Il rischio in Romagna e in regione è di perdere un’agricoltura altamente specializzata, in specifico la filiera ortofrutticola, che impatta sull’indotto e su tutto il comparto a livello nazionale. L’economia romagnola vale il 2,2% del Pil nazionale in termini di produzione e di contribuzione. Nel secondo trimestre del 2023 il maltempo del mese di maggio, e in particolare le gravi alluvioni che hanno colpito l’Emilia-Romagna, hanno avuto effetti avversi anche a livello nazionale su alcuni settori e su specifiche produzioni risultate compromesse. Rimettere in piedi il territorio romagnolo, con interventi sostanziosi e rapidi, è un investimento non un costo: prima ripartiranno tutte le attività produttive, come quelle legate al settore agricolo, meglio sarà per tutta l’economia italiana. 

La flessione delle imprese agricole in Romagna risulta superiore a quella del 2022 e pressoché tutti i settori e le produzioni risultano compromessi. L’economia romagnola vale il 2,2% del Pil nazionale in termini di produzione e di contribuzione. Rimettere in piedi il territorio romagnolo, con interventi sostanziosi e rapidi, è un investimento non un costo: prima ripartiranno tutte le attività produttive, come quelle legate al settore agricolo, meglio sarà per tutta l’economia italiana.

LE TENDENZE IN ROMAGNA, IN SINTESI

LE IMPRESE AGRICOLE – Al 30.09.2023 la Romagna (RA, FC, RN) conta un totale di 104.723 imprese attive complessive (meno 1.628, in percentuale -1,5% annuo; +0,9% nel 2022 sul 2021) e il calo complessivo è maggiore della variazione negativa regionale (-1,1%) e nazionale (-0,7%). Le imprese agricole attive sono 14.618 (meno 470 unità, in percentuale -3,1% annuo; -1,2% nel 2022 sul 2021): la flessione risulta superiore a quella del 2022, con maggiori difficoltà per le relative imprese femminili e giovanili. Le imprese agricole femminili sono 2.666 (meno 111 unità, in percentuale -4,0% annuo; -1,8% nel 2022 sul 2021); le imprese agricole giovanili sono 535 (meno 19 unità, in percentuale – 3,4% annuo; -3,5% nel 2022 sul 2021). Nel 2022 gli occupati totali in agricoltura sono risultati 24.783 (5,0% del totale, 5,1% nel 2021). 

FRUTTICOLOAnno drammatico per la frutta romagnola. Le percentuali di perdite per la maggior parte delle colture si equivalgono a quelle del 2020, uno degli anni più nefasti per il comparto, ma per alcune il 2023 è anche peggio.  Oltre poi alle perdite di produzione e ai mancati incassi relativi, nel 2023 pesano i danni a impianti, strutture, attrezzature e mezzi. 

In particolare dal 2020 le colture non hanno più raggiunto il loro potenziale produttivo medio.  Nel 2023 il calo produttivo medio è drastico anche perché, anche a causa dei noti eventi meteo, interessa praticamente tutte le colture: actinidia (-40% e oltre), albicocco (-26%), fragola (-34,6%), pero (-60%), pesco (-45%), nettarina (-44%); ciliegio (-73%), melo (-7%), susino (-43%). Anche per castagno, nocciolo, noce, kaki rese medie dimezzate e scarsa produzione (-50% e oltre).  

Superfici coltivate in calo in Romagna del -11% per il pesco; -6,5% per la nettarina; -4% per il susino; -3% per albicocco, ciliegio, pero; -2% per melo e actinidia. In merito ai prezzi all’origine là dove anche si prevedono andamenti leggermente migliori rispetto al 2022 il problema è dato dalla carenza o mancanza di prodotto. 

OLIVICOLTURA – Fra le peggiori annate dell’ultimo decennio, per l’olivo l’attesa è di una campagna con il 70% di prodotto in meno in Romagna in linea con le previsioni a livello regionale. Complessivamente nei tre areali romagnoli (Rimini, Forlì-Cesena e Ravenna)  la resa media è stimata in meno di un terzo del 2022, è il dato più basso dal 2018 ad oggi: 7,6q.li/ha a fronte dei 23 del 2022. Circa 25mila quintali di olive raccolte a fronte delle oltre 77mila del 2022. Le aspettative della resa in olio sono attese nella media. Per le olive Dop la previsione è di una raccolta in calo del 50% sul 2022, con resa nella media. I kg di olio Dop delle tre province complessivamente dovrebbero essere circa 8.500 (4mila per la parte ravennate e 4.500 per le Forlì-Cesena/Rimini). 

VITIVINICOLO – Per l’uva da vino, complessivamente in Romagna gli ettari coltivati e in produzione aumentano leggermente (0,5%) a causa di un incremento di superfici nel ravennate coltivate (145 ettari) e in produzione (132 ettari) sul 2022. La produzione media in Romagna in quintali di uva scende del 2% circa; -1,4% nel ravennate; -4,16% Forlì-Cesena; -3,21% Rimini. Gli ettolitri in Romagna calano del 2,6%; -1,5 Ravenna; circa -8% Forlì-Cesena; -2% Rimini.

Rispetto alle superfici coltivate che risultano dai dati, si stima che i vigneti colpiti dalle alluvioni e dalle frane di maggio coprano una superficie di circa 800 ettari. A questi si aggiungono i vigneti abbattuti dalla tromba d’aria, in particolare nella zona di Alfonsine (Ravenna), oltre 60 ettari e quelli colpiti dalle grandinate e dall’aggressività di alcune malattie, dalla flavescenza dorata alla peronospora.  

COLTURE ERBACEE – Per il cerealicolo in Romagna le superfici complessivamente calano rispetto al 2022 per grano tenero (-2%) e mais (-21%). Aumenta rispetto al 2022 la superficie del grano duro (+8%), dell’orzo (+6%) e del sorgo (+0,7%). 

Rese medie tutte con diminuzioni importanti rispetto al 2022 (tranne il sorgo da granella nel ravennate e nel riminese): -30% per il tenero (43 q/ha) e per il duro (35 q/ha); -22% per l’orzo. Per il mais la resa e la produzione rispetto al 2022 è migliore, ma questo cereale fu duramente colpito nel 2022 dalla siccità, anno in cui dimezzò la produzione quindi il dato 2023 è da relativizzare con gli andamenti precedenti.

Nelle industriali, per l’erba medica si conferma un calo di superfici seminate in Romagna con diminuzione di ettari a Ravenna e Forlì-Cesena, con una resa romagnola in aumento trainata dal riminese, mentre nel ravennate e forlivese-cesenate, aree maggiormente colpite dalle alluvioni e dalle frane, la resa è diminuita. È nel ravennate che l’andamento della coltura è stato maggiormente condizionato passando dagli intensi fenomeni piovosi di maggio ad un arresto delle precipitazioni fino a inizio ottobre. 

20% in meno di superficie seminata anche per la barbabietola da zucchero. Il 2023 è poi un anno molto particolare: circa 50 ettari sono andati distrutti e circa 450 ettari sono stati allagati a causa degli eventi meteo estremi di maggio. Quanto e per che periodo i campi sono stati allagati sono variabili che hanno determinato differenze nei risultati: buone le rese nelle aree non allagate, produzioni discrete in quelle sommerse per pochi giorni. La resa romagnola media per la produzione di saccarosio è di circa 7,5 ton/ha. 

Annata deludente per gli effetti del meteo anche per le colture da seme, con ettari cancellati da alluvioni e frane. 

Per le orticole in campo, pur nella vastità delle differenziazioni, riduzioni di rese medie: la cipolla, ad esempio, con superfici seminate in Romagna in crescita rispetto al 2023 vede una produzione che in particolare nel ravennate ha avuto un calo del 40% (non disponibili la rese di FC al momento della chiusura del report); patate, con resa media -31% e anche meno superficie seminata; pomodori da industria, con maggiore superficie seminata in Romagna ma rese penalizzate dal meteo: nel solo ravennate il calo è del 41% (FC non disponibile, RN stabile in leggero aumento).  Per le orticole in serra calo produttivo medio di circa il 20%. Prezzi molto variabili e andamento dei consumi in difficoltà.

ZOOTECNIA – Anche per il comparto zootecnico l’andamento del 2023 è stato drammaticamente condizionato dagli eventi atmosferici di maggio. Gli allagamenti hanno causato la perdita di strutture e la morte di centinaia di capi, soprattutto fra suini e avicoli. A questa situazione già estremamente critica, che coinvolge tutti i comparti zootecnici, si aggiungono i costi di produzione molto elevati dovuti al notevole aumento dei rincari energetici e delle materie prime. Il numero di allevamenti di bovini da carne risulta in calo in tutte e tre le province rispetto al 2022, con una diminuzione più marcata nel ravennate (-10%). Forlì-Cesena resta la provincia con il maggior numero di capi, che scendono comunque del 9%. Circa i bovini da latte, i capi calano drasticamente in provincia di Forlì-Cesena  (-16%) e Rimini  (-14%). Ravenna detiene il maggior numero di capi, in leggero aumento. 

L’andamento di numero di allevamenti e capi suini mostra le maggiori variazioni in provincia di Forlì-Cesena, dove entrambi risultano in calo a settembre 2023 secondo l’osservatorio Araer. Per quanto riguarda i conigli le uniche unità produttive sono presenti in provincia di Forlì-Cesena con 30 allevamenti e in provincia di Ravenna con 13. Anno difficilissimo anche per l’apicoltura romagnola con produzioni primaverili pressoché azzerate e perdite di migliaia di alveari. Dalla seconda metà di giugno in poi lo stabilizzarsi delle condizioni meteorologiche ha finalmente permesso una graduale ripresa delle produzioni con rese medie dai 16 ai 20 kg/alveare. 

BIOLOGICO – Per distribuzione di imprese biologiche in regione la provincia di Forlì-Cesena è al secondo posto con 1.039 imprese. Quasi un’azienda agricola biologica su due conduce anche un allevamento e nel 50% dei casi si tratta di un allevamento biologico (954 su 2049); le province che si contendono il primato per la maggiore vocazione zootecnica biologica sono Piacenza e Forlì-Cesena. La superficie agricola condotta con il metodo biologico in Emilia-Romagna rappresenta circa 19% della SAU regionale e spicca la maggiore consistenza dei seminativi (sono il doppio rispetto alla media italiana) e la minor incidenza dei prati e pascoli. Per Sau bio la provincia di Forlì Cesena è al quarto posto.

SINTESI ANDAMENTI PROVINCIA DI RAVENNA https://emiliaromagna.cia.it/annata-agraria-2023-landamento-in-provincia-di-ravenna/

SINTESI ANDAMENTI PROVINCIA DI FORLI’-CESENA https://www.emiliaromagna.cia.it/annata-agraria-2023-landamento-in-provincia-di-fori-cesena/

SINTESI ANDAMENTI PROVINCIA DI RIMINI https://www.emiliaromagna.cia.it/annata-agraria-2023-landamento-in-provincia-di-rimini/

Il report completo con le previsioni  e le stime del 2023 e il raffronto con i dati dal 2022 al 2018 sia per le singole province analizzate, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, sia per l’areale Romagna, è disponibile nel sito di Cia Romagna, sezione “annata agraria”: https://emiliaromagna.cia.it/annata-agraria-2023-volume-completo/

Avvertenza lettura dati: le stime relative alle superfici si riferiscono alla situazione del piantato/seminato per la campagna dell’annata agraria 2022-2023.

Il report sull’Annata Agraria è realizzato attraverso la consultazione di fonti scritte e orali. Per la ricostruzione dell’andamento dell’anno in corso, i curatori del volume si avvalgono di una preziosa rete  di agricoltori, cooperative, consorzi, enti, esperti dei vari comparti esaminati, compreso andamento meteo e cambiamenti climatici. Questa rete si è consolidata negli anni e i ringraziamenti di Cia Romagna e dei curatori del volume vanno a tutte le persone che dedicano una parte del loro tempo anche per contribuire alla realizzazione di questo lavoro. 

La giornata di presentazione dell’Annata Agraria di Cia Romagna nel 2023 è stata articolata in più parti: dopo l’illustrazione dei dati sull’andamento della demografia delle imprese e sulle tendenze delle colture si è svolta la tavola rotonda sul tema “Ricostruiamo il futuro dell’agricoltura romagnola” alla quale hanno partecipato: Maria Chiara Gadda, Vicepresidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati; Davide Baruffi, Sottosegretario alla Presidenza della Giunta della Regione Emilia-Romagna; Pierluigi Randi, Presidente Ampro (Associazione Meteorologi Italiani) e Consulente Tecnico Agenzia ItaliaMeteo;  Stefano Francia, Presidente Cia – Agricoltori Italiani Emilia Romagna; Maurizio Scaccia, Direttore nazionale di Cia-Agricoltori Italiani. È stata moderata dalla giornalista Sabrina Sgalaberna

In conclusione è stato dedicato un momento ai riconoscimenti per la solidarietà ricevuta dagli agricoltori associati Cia da colleghi di altre Cia d’Italia in occasione delle alluvioni del maggio 2023. I lavori della giornata sono stati condotti da Lorenzo Falcioni, vicepresidente di Cia Romagna. Hanno portato i loro saluti il Prefetto di Ravenna Castrese De Rosa e la Sindaca di Bagnacavallo Eleonora Proni. Danilo Misirocchi, Presidente di Cia Romagna è intervenuto nel passaggio fra la presentazione degli andamenti e la tavola rotonda. 

Annata Agraria Cia Romagna, grande emozione per la cerimonia dei riconoscimenti per la solidarietà ricevuta in occasione delle alluvioni di maggio

Dal Trentino alla Sicilia l’abbraccio alla Romagna delle Cia e degli agricoltori di ogni parte d’Italia

Il momento conclusivo della presentazione dell’Annata Agraria 2023 di Cia Romagna, che si è svolta venerdì 24 novembre, è stato dedicato ai riconoscimenti per la solidarietà ricevuta dagli agricoltori in occasione delle alluvioni del maggio 2023. Il tutto si è svolto al Teatro “Goldoni” di Bagnacavallo (Ra), uno dei comuni della Romagna colpito a maggio da due alluvioni nel giro di quindici giorni.

Forte l’emozione per tutti i presenti: sul palco si è fisicamente materializzato il grande abbraccio che le Cia e gli agricoltori associati Cia di ogni parte d’Italia, da Nord a Sud, dal Trentino alla Sicilia, hanno riservato agli agricoltori Cia della Romagna per affrontare le conseguenze degli eventi calamitosi. Grande il supporto e gli aiuti verso le aziende in difficoltà. 

La pergamena firmata e consegnata dalla direttrice e dal presidente di Cia Romagna, Alessia Buccheri e Danilo Misirocchi, recita così: Immensa è la gratitudine di Cia Romagna e degli agricoltori che rappresentiamo per la vicinanza che ci avete dimostrato. Le frane e le alluvioni del maggio 2023 rimarranno dentro di noi, ma insieme al prezioso ricordo della vostra solidarietà, per noi di grande conforto”.

La grande forza di Cia è quella di saper fare rete con tutto il territorio nazionale con tempismo e concretezza. 

Cia Romagna ha poi voluto esprimere pubblicamente la solidarietà alle Cia, agli agricoltori e alla popolazione della Toscana a loro volta colpiti dall’alluvione a inizio novembre.

I saluti finali di Lorenzo Falcioni, vicepresidente di Cia Romagna che ha coordinato l’evento, sono stati dedicati anche a una riflessione per la giornata contro la violenza sulle donne, con la poesia “A tutte le donne” di Alda Merini.

Il riconoscimento di Cia Romagna è andato a: 

CIA TRENTINO Presidente CALOVI Paolo

AGIA TRENTINO Presidente CHISTE’ Alessio

CIA VENETO Vicepresidente e CIA PADOVA Presidente TRIVELLATO Luca

CIA VICENZA Presidente BRESSAN Antonio

CIA TREVISO Presidente FALETTI Salvatore

Soci CIA VENETO DENGO Adriano , CHIARELLO Fabio

CIA TOSCANA CENTRO Presidente ORLANDINI Sandro

CIA TOSCANA CENTRO Direttore Lapo Baldini

ANP TOSCANA CENTRO Vicepresidente Giuseppe Ferrara

CIA ETRURIA Direttore Cavallini Mauro 

CIA IMPERIA Presidente CATTANEO Mariangela

CIA IMPERIA Vicepresidente Roberto Rota

CIA LIGURIA Presidente ROGGERONE Stefano

CIA ABRUZZO e CIA CHIETI PESCARA Direttore NOZZI  Mariano

CIA AQUILA TERAMO Presidente BATTAGLIA Roberto

CIA AQUILA TERAMO Direttore DI MARCO Donato

CIA ALESSANDRIA e per conto del Partito Democratico di Fubine Monferrato (AL) Dirigente Longo Mauro Antonio 

CIA EMILIA-ROMAGNA Presidente Stefano Francia

ANP EMILIA-ROMAGNA Presidente Pierino Liverani

ANP ROMAGNA Presidente Signani Wiliam

AGIA EMILIA-ROMAGNA Presidente Martina Codeluppi

AGIA ROMAGNA Coordinatore Matteo Pagliarani

CIA REGGIO EMILIA Presidente Lorenzo Catellani

Antenore Cervi

ANGA E-R (Confagricoltura) Vicepresidente Bosi Luigi 

ANGA Ravenna (Confagricoltura) Presidente Abbondanza Matteo

INAC NAZIONALE Presidente Mastrocinque Alessandro

CIA NAZIONALE Direttore Scaccia Maurizio

CAF CIA S.R.L. NAZIONALE

CIA PIEMONTE

CIA AGRICOLTORI DELLE ALPI

CIA ALESSANDRIA

CIA CUNEO

I DIPENDENTI DELLA CIA CUNEO 

CIA BELLUNO

CIA ROVIGO

CIA VENEZIA

CIA VERONA

Soci CIA VENETO

Malachin Fabio

Chiarello Angela

Dengo Adriano

Saccon Anna 

Peron Luigi

Ponzio Pierluigi 

Rigoni Andrea

Bressan Antonio

Soc. Agricola Bettin ss di Bettin Nicola

Graziotto Gianluca

Tonon Renata

Salvadori Elio

F.lli Grosso di Grosso Achille & C.

SOCIETA’ AGRICOLA VECCHIATO MATTEO E GIUSEPPE  S.S.

COMAZZETTO ANDREA

Soci CIA REGGIO EMILIA

Az. Agr. Catellani Franco di Reggio Emilia

Soc. Agr. Carlini S.S. di Gualtieri (RE)

Fattoria di Alex di Quattro Castella (RE)

Soc. Agr  Dall’Aglio Matricola 222 di Gattatico (RE)

Ferretti Foraggi S.r.l di Reggio Emilia

Az. Agr F.lli Rivi di Rivi Roberto Scandiano (RE)

Az. Agr. Biggi Roberto di Poviglio (RE)

Az. Agr. Riccò Ermes ed Eros di Correggio (RE)

CIA LOMBARDIA CENTRO 

CIA SYSTEM S.R.L. 

PATRONATO INAC PROVINCIALE DI MILANO

CIA ALTA LOMBARDIA

SOCIA CIA ALESSANDRIA 

AZ. AGR. Cascina Montagnola – Donatella Giannotti

CIA TOSCANA NORD

CIA TOSCANA

CIA SIENA

CIA GROSSETO

CIA ETRURIA

SOCIA CIA TOSCANA CENTRO

Luigina D’Ercole socia Cia e rappresentante del Consorzio della Cipolla di Certaldo (FI)

CIA MOLISE

CIA PERUGIA

CIA ABRUZZO

CIA CHIETI PESCARA

NUOVA CIA PARTENOPEA-AREA METROPOLITANA DI NAPOLI

CIA PUGLIA

CIA FOGGIA

CIA SICILIA

Gruppo Astro

“Ricostruiamo il futuro dell’agricoltura romagnola”, 24 novembre ore 16, Bagnacavallo (Ra), Teatro “Goldoni”

La giornata di presentazione dell’Annata Agraria di Cia Romagna nel 2023 è articolata in più parti: l’illustrazione dei dati sull’andamento della demografia delle imprese e sulle tendenze delle colture; la tavola rotonda e un momento dedicato ai riconoscimenti per la solidarietà ricevuta dagli agricoltori associati Cia da colleghi di altre Cia d’Italia in occasione delle alluvioni del maggio 2023.

L’illustrazione dei dati sarà presentata dal Direttore di Cia Romagna Alessia Buccheri e dal Responsabile del Servizio tecnico fondiario e credito di Cia Romagna Marco Paolini.

Il tema dell’Annata Agraria del 2023, “Ricostruiamo il futuro dell’agricoltura romagnola”, è l’argomento al centro dell’approfondimento della tavola rotonda alla quale partecipano: Maria Chiara Gadda, Vicepresidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati; Davide Baruffi, Sottosegretario alla Presidenza della Giunta della Regione Emilia-Romagna; Pierluigi Randi, Presidente Ampro (Associazione Meteorologi Italiani)eConsulente Tecnico Agenzia ItaliaMeteo;  Stefano Francia, Presidente Cia – Agricoltori Italiani Emilia Romagna; Maurizio Scaccia, Direttore nazionale di Cia-Agricoltori Italiani. Modera la giornalista Sabrina Sgalaberna.

I lavori si svolgeranno al Teatro Goldoni di Bagnacavallo e inizieranno alle ore 16: saranno aperti e condotti da Lorenzo Falcioni, Vicepresidente di Cia – Agricoltori Italiani Romagna. Seguiranno i saluti delle autorità: del Prefetto di Ravenna Castrese De Rosa e della Sindaca di Bagnacavallo Eleonora Proni. L’intervento di passaggio dalla presentazione degli andamenti 2023 alla Tavola rotonda è affidato al Presidente di Cia Romagna Danilo Misirocchi. L’evento sarà anche in streaming sul canale YouTube di Cia Romagna.

Il report sull’Annata Agraria è realizzato attraverso la consultazione di fonti scritte e orali. Per la ricostruzione dell’andamento dell’anno in corso, i curatori del volume si avvalgono di una preziosa rete di agricoltori, cooperative, consorzi, enti, esperti dei vari comparti esaminati, compreso andamento meteo e cambiamenti climatici. Questa rete si è consolidata negli anni e i ringraziamenti di Cia Romagna e dei curatori del volume vanno a tutte le persone che dedicano una parte del loro tempo anche per contribuire alla realizzazione di questo lavoro.

Oggi a Roma al grido “Prezzi alle stelle, agricoltori più poveri. Non toglieteci il futuro!”

Questa mattina la manifestazione di Cia-Agricoltori italiani, con la delegazione di 120 soci di Cia Romagna fra i 2000 in piazza

C’erano anche 120 associati di Cia Romagna fra gli oltre duemila agricoltori questa mattina a Roma per dire “Non toglieteci il futuro”. Oggi la manifestazione nazionale di Cia-Agricoltori italiani ha riempito piazza Santi Apostoli e le vie del centro con tantissimi produttori e allevatori arrivati da tutt’Italia con cartelli e bandiere verdi per protestare contro una crisi che, dal campo alla tavola, sta portando i prezzi alle stelle e rendendo gli agricoltori più poveri. Per Cia, i conti non tornano e serve subito quel piano agricolo nazionale sempre annunciato e mai realizzato, che rimetta al centro l’impresa e il suo reddito.

“Noi non siamo il problema, ma la soluzione! – ha ripetuto più volte dal palco il presidente nazionale, Cristiano Fini, rivendicando con forza il ruolo chiave del settore, anche nella transizione green -. A dispetto di tutte le fake news, gli agricoltori non inquinano, rispettano da anni gli impegni ambientali anche mettendo a rischio i loro profitti; producono energie alternative e non sprecano acqua, ma la usano per produrre cibo di qualità. Senza agricoltura, il Made in Italy non può esistere e la sicurezza alimentare non ha garanzie; non c’è presidio del territorio e custodia del paesaggio, anche contro il dissesto idrogeologico; le aree interne si spopolano ed economia e società non sopravvivono. Abbiamo, dunque, buoni motivi per reclamare più attenzione per le nostre aziende agricole. Deve rimetterle al centro l’Italia così come l’Europa, che dovrebbe stare dalla nostra parte, invece di continuare a imporre norme e regolamenti dall’alto”.

LE PROPOSTE DI CIA – Ѐ ora di risolvere i problemi e rispettare le aspettative del settore. Iniziando proprio dal garantire il giusto reddito agli agricoltori lungo la filiera, redistribuendo a monte una quota degli aumenti sulla tavola per creare un sistema più equilibrato; aggiornando la normativa sulle pratiche sleali certificando i costi di produzione agricola per assicurare prezzi dignitosi; riducendo le forme di finanziarizzazione legate alla produzione di materie prime. D’altra parte, senza reddito e cibo, la sovranità alimentare resta uno slogan. Ma non è tutto. Bisogna favorire l’aggregazione aziendale e incentivare la crescita delle Pmi, anche con una revisione degli strumenti di accesso alla terra e una legge sul ricambio generazionale, che vuol dire dall’altro lato agevolare l’uscita dal settore con una riforma strutturale per innalzare le pensioni minime agricole. Sul fronte manodopera, le difficoltà di reperimento richiedono procedure più semplici e flessibili, mentre sul caro-energia, Cia dice basta ad accise e Iva sui carburanti. Calamità naturali e crisi fitosanitarie, invece, sollecitano la riforma del sistema delle assicurazioni, nazionale e Ue, tanto più che oggi gli strumenti a disposizione coprono in media meno del 3% dei danni reali e i risarcimenti arrivano in estremo ritardo. Monta la protesta anche sulla fauna selvaticagestione e ripristino dell’equilibrio sono le parole d’ordine, da tradursi subito in fatti. Infine, obiettivo aree rurali, dove per frenare l’abbandono serve riportare sui territori i servizi alle imprese e alla persona, mettere in sicurezza le infrastrutture incentivare la digitalizzazione.

I NUMERI DELLA CRISI – Nessun settore agricolo è indenne dalla crisi ormai diffusa e generalizzata, tra emergenze geopolitiche, climatiche e fitosanitarie. L’ortofrutta è in ginocchio, con un taglio del 40% della produzione dopo la siccità record del 2022, le gelate e soprattutto gli effetti delle alluvioni di maggio. Il vino Made in Italy ha perso in media il 12% quest’anno, a causa degli attacchi distruttivi di peronospora, perdendo il primato mondiale a favore della Francia. Anche la zootecnia è in sofferenza, con un 2023 inaugurato dal calo del 30% della produzione di carne bovina e continuato con il proliferare della peste suina, che rischia di distruggere un comparto da 11 miliardi. E mentre i listini dei cereali sono in caduta libera (-40%), il carrello della spesa si fa più pesante con l’inflazione, esplodendo il divario tra i prezzi pagati agli agricoltori e quelli sugli scaffali dei supermercati. Oggi un produttore prende 35 centesimi per un chilo di grano duro, mentre un pacco di pasta costa 2,08 euro, con un aumento del 494% dal campo alla tavola. Stessa dinamica sul latte: all’allevatore vanno 52 centesimi al litro, ma il consumatore per comprarlo spende 1,80 euro (+246%). Vale anche su frutta e verdura: i pomodori passano da 1,13 euro al chilo all’origine a 3,73 euro al consumo (+230%); le mele da 50 centesimi a 2,43 euro al chilo (+386%); le pere da 1,64 a 3,55 euro al chilo (+116%); persino la zucca di Halloween, da 65 centesimi a 2,76 euro (+325%). Il risultato è un calo del 60% del reddito netto delle imprese agricole, che fanno sempre più fatica a coprire i costi di produzione in continua ascesa (+16mila euro nell’ultimo anno per azienda).

Prezzi alle stelle, agricoltori più poveri: 120 agricoltori associati a Cia Romagna domani a Roma per manifestare

Obiettivo rivendicare la centralità dell’impresa agricola e del reddito e sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi della perdita di un settore strategico per il territorio e per tutto il Paese

Saranno circa 120 gli agricoltori associati a Cia Romagna domani a Roma per la mobilitazione nazionale indetta da Cia-Agricoltori italiani per rivendicare la centralità dell’impresa agricola e del suo reddito.
“Prezzi alle stelle, agricoltori più poveri” è lo slogan della manifestazione che si terrà in piazza Santi Apostoli. I produttori provenienti da tutta Italia vogliono sensibilizzare l’opinione pubblica affinché venga tutelato il futuro delle imprese agricole di fronte alle grandi emergenze e alle sfide globali che toccano il settore primario e il Paese intero. 

Particolare attenzione da parte delle imprese romagnole al declino dell’ortofrutta, che in Emilia-Romagna rappresenta una voce di bilancio importante per tutta la filiera. Il segno negativo riguarda tutte le specie frutticole, con cali nelle superfici impressionanti: nell’arco di 12 mesi (2022- 2023) ci sono flessioni che toccano l’8% nel caso del pero e il 5% nel melo. 

Nel caso della coltura della pera, fiore all’occhiello della frutticoltura emiliano-romagnola, siamo passati da 16.000 ettari dello scorso anno a poco più di 14.700. Non sono da meno pesche e nettarine che segnano rispettivamente un meno 6% e – 5% (lasciando ‘sul campo’ più di 300 ettari ciascuna specie), una tendenza preoccupante che dimostra la disaffezione dei frutticoltori a causa delle avversità climatiche, il calo dei prezzi e le crescenti patologie. 

E’ così che susine, albicocche e kiwi perdono posizione e contribuiscono a far scemare un settore che crea un indotto importante, dalle aziende di trasformazione alle imprese che offrono mezzi tecnici e innovativi per la lavorazione e la trasformazione dell’ortofrutta.

Conseguenza di queste flessioni, un drastico calo produttivo che quest’anno è stato accentuato dalle avversità meteo, a partire dalle gelate primaverili fino all’alluvione in Romagna: in testa a questa nefasta classifica la produzione di pere, con perdite medie del 70% rispetto al 2022, a cui seguono pesche, nettarine e ciliegie (-60%) albicocche -35%. Perdono terreno in volumi raccolti anche il Kiwi (-21%) e la susina (-43%) e la mela (-16%)

Riguardo alle ortive ci sono segnali preoccupanti anche per le patate: in un anno flettono del 12% le superfici investite a questo tubero che non arrivano a 4000 ettari. Anche in questo caso clima e soprattutto attacchi da parassiti hanno determinato una riduzione produttiva del 21%.

L’abbandono di colture importanti che creano un indotto rilevante in tutta la regione significa non solo rischiare la perdita di un settore strategico per tutto il Paese e mettere a repentaglio una filiera composta da tanti attori, ma anche arrivare a dipendere da importazioni di derrate da altre nazioni che non hanno i nostri parametri qualitativi e sanitari.

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